Anziani, addio alla patente a quest’età: firmato il dpcm “Terza Età” | La macchina la possono vedere solo nei sogni

Questa novità potrebbe sconvolgere le abitudini di tanti anziani.
Mantenere la patente anche in età avanzata rappresenta, per molti anziani, un elemento fondamentale di autonomia e libertà. Poter guidare consente di continuare a gestire in modo indipendente le proprie attività quotidiane, come fare la spesa, andare dal medico o mantenere relazioni sociali, evitando l’isolamento.
La guida, oltre a essere un mezzo pratico, ha un valore psicologico importante: rafforza l’autostima e il senso di utilità. Per molti anziani, il poter continuare a guidare significa non sentirsi un peso per familiari o amici, mantenendo la propria dignità e il controllo sulla vita quotidiana.
Naturalmente, è essenziale che la guida avvenga in condizioni di sicurezza. Controlli medici regolari, attenzione ai segnali di calo di vista, riflessi o lucidità mentale sono fondamentali per garantire che la patente sia un beneficio, non un rischio.
Le istituzioni possono svolgere un ruolo chiave offrendo corsi di aggiornamento, sensibilizzazione alla guida sicura e strumenti per valutare le proprie capacità. Mantenere la patente, per chi è in salute, è un diritto prezioso che va rispettato e supportato.
Il limite dei 68 anni: una norma che divide
Una norma poco conosciuta ma molto rigida vieta la guida oltre i 68 anni per alcune categorie di patenti, senza eccezioni. Non importa se si è in piena forma: raggiunta quell’età, chi è in possesso della patente C o D – necessaria per camion, autobus e altri mezzi pesanti – deve dire addio al volante. È una legge che non lascia spazio a interpretazioni: superato il limite, non si può più guidare, con il rischio di gravi sanzioni, anche penali.
Il punto critico è proprio l’età: in un’epoca in cui si vive più a lungo e in salute, molti sessantottenni sono ancora energici e abili alla guida. Eppure, nonostante la lucidità e l’esperienza, vengono esclusi per legge dalla possibilità di proseguire una carriera alla guida di mezzi professionali.

Non tutte le patenti sono uguali
È importante chiarire che il divieto non riguarda le patenti ordinarie, come la B, che permette di guidare auto private. Per questo si vedono ancora in strada ottantenni e novantenni al volante: il limite dei 68 anni vale solo per chi guida mezzi professionali.
Il Codice della Strada, all’art. 115, specifica che dai 65 ai 68 anni si può continuare a guidare solo con rinnovi annuali e certificazioni mediche specifiche. Dopo i 68, però, anche queste deroghe cessano. Una regola che pone interrogativi sulla reale valorizzazione delle capacità individuali rispetto al semplice dato anagrafico.