Cronaca

Ancora mascherine sequestrate a Palermo: manca la certificazione sanitaria

Ancora mascherine sequestrate a Palermo. Nei giorni scorsi, i Finanzieri della Compagnia di Bagheria, durante alcuni controlli del territorio finalizzati al rispetto delle prescrizioni in materia di contenimento dell’emergenza sanitaria per la diffusione del COVID-19, hanno sottoposto a sequestro amministrativo circa 3.000 mascherine chirurgiche.

In particolare, l’attività delle Fiamme Gialle è scaturita da un controllo effettuato dai militari nei confronti di un soggetto trovato in possesso di 150 mascherine, appena acquistate, prive di etichette e certificazioni sanitarie.

Mascherine sequestrate prodotte da un’azienda tessile di Misilmeri

Pertanto, i finanzieri si sono recati tempestivamente presso il rivenditore, una ditta operante nel commercio di prodotti tessili ubicata nel comune di Misilmeri (PA), che al piano superiore del locale aveva realizzato un laboratorio per la produzione di mascherine che venivano poste in vendita al pubblico al prezzo di 0,80 euro cadauna.

Ciò in assenza delle prescrizioni previste dal D. Lgs. 206/2005 (Codice del Consumo) che impone il divieto di commercio sul territorio nazionale di qualsiasi articolo o confezione di prodotto che non riporti in forme chiaramente visibili e/o leggibili in lingua italiana tutte le informazioni destinate ai consumatori quali, ad esempio, il nome del produttore, dell’importatore nonché le caratteristiche qualitative del prodotto.

Sequestrati tremila pezzi e sanzionato il rivenditore

I finanzieri hanno quindi proceduto al sequestro amministrativo di circa 3.000 mascherine rinvenute e a segnalare il titolare della ditta alla locale Camera di Commercio per l’irrogazione della sanzione amministrativa che va da un minimo di euro 516 a un massimo di euro 25.833.

Continuano, incessanti, i controlli delle Fiamme Gialle in tutta la provincia palermitana, al fine di controllare il rispetto delle misure di sicurezza adottate dall’Autorità governativa nonché contrastare possibili speculazioni o insidie alla sicurezza derivanti dalla commercializzazione di materiale non conforme alle norme.

Redazione

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