Incendi in Sicilia - fonte pexels - Sicilianews24.it
La situazione nell’Isola è drammatica, l’Osservatorio Incendi prova un modello partecipativo contro i roghi: progetto pilota per la trasparenza
La Sicilia, nel 2025, ha vissuto un anno drammatico per gli incendi boschivi. Circa 49.000 ettari di territorio sono stati devastati in 606 roghi, oltre la metà della superficie bruciata in Italia fino a metà ottobre. Questa emergenza mette in luce un problema strutturale di lunga data: il Catasto dei soprassuoli percorsi da incendio, previsto dalla Legge 353/2000, resta spesso in ritardo, poco leggibile e difficile da consultare. Un vuoto amministrativo che complica la gestione del “dopo fuoco” e rallenta le azioni di prevenzione.
Per affrontare questa criticità, l’associazione Fenice Verde ha avviato il progetto pilota “Osservatorio Incendi”, con il sostegno del Sicily Environment Fund. L’iniziativa nasce come osservatorio cittadino per la prevenzione e la gestione degli incendi boschivi, con l’obiettivo di rendere il Catasto Incendi più accessibile e comprensibile per cittadini, Comuni e associazioni. Il progetto sperimenta nuovi strumenti digitali e modelli di governance partecipata, trasformando un adempimento tecnico in un’infrastruttura civica.
Nei Comuni di Carlentini e San Mauro Castelverde sono stati pubblicati catasti provvisori digitali con cartografie interattive online. In soli cinque mesi, la popolazione ha inviato 122 segnalazioni di incendi e potenziali inneschi, tutte validate da un team tecnico prima della pubblicazione. Questo approccio ha reso finalmente leggibili e verificabili informazioni che di norma restano confinate in atti amministrativi complessi, dando voce ai cittadini nella gestione del territorio colpito dal fuoco.
L’Osservatorio non si è limitato alla dimensione digitale. Il progetto ha favorito la nascita di una rete regionale di associazioni antincendio, mettendo insieme volontari, comitati locali e realtà ambientaliste. Tavoli di confronto, come quelli del 17 maggio e del 31 luglio, hanno raccolto richieste comuni: maggiore trasparenza, protocolli stabili di collaborazione con le istituzioni e azioni preventive più efficaci, con l’obiettivo di contrastare la cosiddetta “mafia del fuoco”.
L’esperienza dei Comuni pilota apre la strada a un’estensione del modello a livello regionale. La conferenza conclusiva del 3 dicembre 2025 a Palazzo Bonocore, Palermo, rappresenta un momento chiave per discutere criticità e prospettive. Tra i partecipanti anche i rappresentanti dell’associazione Fenice Verde, della Regione Siciliana, del Dipartimento della Protezione Civile, dell’Università di Palermo e dell’ARS. L’obiettivo è estendere la piattaforma digitale e migliorare la gestione dei catasti su tutto il territorio siciliano.
Il progetto integra dati ufficiali, immagini satellitari e contributi dei cittadini, entrando anche nella Rete Europea di Citizen Science e nel network Citi-Obs. Nel 2026, i risultati saranno presentati alla Conferenza Europea di Oulu come caso studio di governance partecipata del rischio incendi. Questo dimostra come strumenti digitali e partecipazione civica possano diventare leve concrete per la prevenzione e il monitoraggio dei roghi.
Nel percorso di innovazione si inserisce FireFree, la nuova piattaforma dell’Osservatorio Incendi. Il portale raccoglierà segnalazioni di cittadini, dati tecnici e contributi delle associazioni, trasformando l’esperienza pilota in proposte legislative per il contrasto agli incendi boschivi. L’iniziativa punta a portare dati, criticità e buone pratiche al centro delle decisioni politiche, rendendo il processo trasparente e partecipato.
L’esperienza di Osservatorio Incendi dimostra che è possibile passare da un adempimento burocratico a un modello partecipativo efficace. Catasti digitali, mappe aggiornate e procedure semplificate rendono le informazioni accessibili a tutti, aumentando la responsabilità collettiva e la capacità di prevenire nuovi incendi. La Sicilia può così costruire un modello replicabile, in cui cittadini, istituzioni e associazioni collaborano per proteggere la biodiversità, i paesaggi rurali e la sicurezza del territorio.
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