Allarme rosso sale: “Non consumare mai queste marche” | Ce lo spacciavano come salutare, invece è una coltellata alla salute

Sale rosa
Sale rosa – fonte pexels – sicilianews24.it

Alle volte anche i cibi più salutari possono nascondere brutte sorprese.

Il sale rosa dell’Himalaya è spesso promosso come un’alternativa più sana al sale da cucina tradizionale. Proveniente principalmente dalle miniere di Khewra, in Pakistan, si distingue per il suo caratteristico colore rosato, dovuto alla presenza di tracce di minerali come ferro, calcio, potassio e magnesio. Questi elementi lo rendono, secondo i sostenitori, più “naturale” e meno raffinato, oltre che più gradevole alla vista e al gusto.

Dal punto di vista nutrizionale, però, i vantaggi sono marginali. I minerali presenti sono in quantità minime e non apportano benefici significativi alla salute se consumati alle normali dosi giornaliere. Inoltre, come il comune cloruro di sodio, anche il sale rosa può contribuire all’ipertensione e ad altri disturbi legati a un eccessivo apporto di sodio, se usato in quantità elevate.

Un ulteriore svantaggio è il costo: il sale rosa è generalmente molto più caro rispetto al sale marino o al sale da cucina, pur avendo proprietà pressoché equivalenti. Inoltre, a differenza del sale iodato, non contiene iodio aggiunto, un elemento essenziale per la salute della tiroide. L’uso esclusivo di sale rosa potrebbe quindi portare a una carenza iodica in soggetti predisposti.

Il sale rosa può essere apprezzato per il suo aspetto estetico e per la sua consistenza più delicata, ma non rappresenta una vera rivoluzione salutistica. Come per tutti i tipi di sale, è importante consumarlo con moderazione e nell’ambito di una dieta equilibrata.

Qualsiasi marca non va utilizzata in questa quantità

Dal 12 al 18 maggio si celebra la Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale, promossa dalla World Action on Salt, Sugar and Health (WASSH), attiva in oltre 100 Paesi dal 2005. L’iniziativa, sostenuta anche dal Ministero della Salute italiano, mira a sensibilizzare sull’importanza di ridurre l’assunzione di sale a meno di 5 grammi al giorno, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il tema del 2025, “It’s time to swap out the salt!”, invita governi, industrie alimentari e cittadini a limitare il sale nei prodotti e nelle abitudini quotidiane.

I dati del 2021 indicano che il consumo medio giornaliero di sale (omnicomprensivo di ogni marca, sia bianco che rosa) nel mondo è di circa 12 grammi negli uomini e 10 nelle donne, il doppio della soglia raccomandata, con conseguenze gravi: l’eccesso di sale è collegato a circa 2 milioni di morti all’anno per malattie cardiovascolari.

Sale
Sale – fonte pexels – sicilianews24.it

La situazione in Italia e i consigli pratici

Anche in Italia si monitora il consumo di sale. Secondo i dati 2023-2024 del progetto CUORE, la media giornaliera è di 9,3 grammi per gli uomini e 7,2 per le donne. Solo il 10% degli uomini e il 24% delle donne consuma quantità adeguate, inferiori ai 5 grammi al giorno.

Per migliorare questi dati, il Ministero suggerisce cinque azioni: sostituire il sale con spezie e aromi, preferire frutta e verdura fresca, leggere le etichette, ridurre gradualmente il sale nei pasti e non portarlo a tavola, così da educare anche i più giovani a un’alimentazione più sana.