Dirigenti psicologi, Sicilia senza concorsi pubblici da più di dieci anni

L’Ordine degli Psicologi di Sicilia ha redatto e inviato all’Assessorato della Salute un report dal quale emerge l’assenza di bandi pubblici conclusi e la precarietà strutturale degli psicologi in servizio nelle strutture pubbliche siciliane
Palermo, 23.12.2025 – L’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana ha redatto e presentato all’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana il primo report dedicato alla ricognizione e all’approfondimento sulle procedure di reclutamento dei dirigenti psicologi nelle Aziende Sanitarie Provinciali della regione. Il documento ricostruisce norme, prassi e criticità emerse nell’arco degli ultimi 15 anni attraverso l’analisi di fonti pubbliche (Gazzette Ufficiali, piani triennali dei fabbisogni, siti aziendali, delibere e sezioni “Amministrazione trasparente”).
Il Report redatto da una consulta appositamente nominata all’interno dell’ordine professionale ribadisce un punto centrale: il dirigente psicologo è una figura essenziale per garantire interventi specialistici e continuità clinica in ambiti cruciali del Servizio Sanitario Nazionale (salute mentale adulti e minori, consultori, reparti ospedalieri, disturbi del neurosviluppo e dell’apprendimento, percorsi integrati nella medicina specialistica e di base). Proprio per la delicatezza delle responsabilità cliniche e organizzative, la via ordinaria di accesso prevista dall’ordinamento resta il concorso pubblico per titoli ed esami.
I risultati del report: il “caso Sicilia”
Dalla ricognizione effettuata dalla Consulta emerge un quadro che il report definisce un vero e proprio “caso Sicilia”: da oltre un decennio, per quanto verificabile dagli atti e dalla documentazione pubblicamente accessibile, non risultano concorsi ordinari per dirigente psicologo nelle ASP siciliane effettivamente portati a termine con prove concorsuali concluse e graduatorie definitive.
Nel periodo analizzato risultano pubblicati concorsi ordinari nelle ASP di:
• Palermo: bando 2012 (revocato nel 2019); bando 2021 (revocato nel 2023); bando 2023 (esiti non documentati nel Report come conclusi con graduatoria definitiva);
• Catania: bando 2020 (con rettifica 2021);
• Agrigento: bando 2022 (revocato nel marzo 2024);
• Enna: bando 2022 (con riduzione posti nel 2025);
• Trapani: bando 2019;
• Ragusa: bando 2023.
Il Report sottolinea come tali procedure, pur prevedendo il pagamento della tassa di partecipazione, in più casi non risultino concluse con la formazione di graduatorie definitive; in altri casi non risultino neppure avviate.
Di contro, nello stesso arco temporale, il Report richiama come numerose altre regioni italiane (tra cui Lombardia, Lazio, Toscana, Veneto, Sardegna e altre) abbiano bandito ed espletato concorsi ordinari, costituendo graduatorie e consentendo l’accesso dall’esterno alla dirigenza psicologica.
Stabilizzazioni: strumento straordinario, non canale “strutturale”
Il documento ricostruisce il quadro normativo che disciplina le stabilizzazioni e richiama un nodo particolarmente rilevante: il limite del 50%. In base alla normativa vigente la stabilizzazione deve rimanere una misura straordinaria e temporanea, entro un equilibrio che garantisca anche la quota di posti destinata ai concorsi pubblici ordinari aperti a tutti gli aventi diritto.
A tal proposito il report propone un esempio significativo basato sui Piani triennali del fabbisogno dell’ASP di Palermo, la più grande della Sicilia per territorio e popolazione. I dati ricostruiti indicano che:
• al 31/12/2020 risultano in servizio 74 dirigenti psicologi;
• il fabbisogno 2021 viene inizialmente rideterminato in 66 unità, ma negli atti successivi cresce fino a 117 posti nel 2023 e 122 nel 2026;
• nel periodo considerato vengono programmati 112 posti vacanti complessivi (68 nel triennio 2021–2023 e 44 nel triennio 2024–2026);
• di questi, 109 risultano destinati a procedure di stabilizzazione e solo 3 espressamente riservati all’accesso dall’esterno tramite concorso.
In altri termini, a fronte di un fabbisogno che aumenta sensibilmente, oltre il 97% delle coperture programmate passa per stabilizzazioni, mentre il canale ordinario del concorso pubblico risulta marginale.
Conclusioni: lavoro precario, cura precaria, fiducia da ricostruire
Il Report mette in relazione le prassi di reclutamento con tre conseguenze principali:
1. Precariato strutturale e dignità professionale: molti dirigenti psicologi operano da anni con contratti a termine pur svolgendo funzioni continuative e altamente responsabili, con ricadute sulla qualità della vita, sullo stress e sul rischio di burnout.
2. Continuità delle cure: la precarietà contrattuale può incidere sulla stabilità dei percorsi terapeutici, con possibili interruzioni o cambi forzati del referente clinico, particolarmente critici per minori, famiglie, disturbi gravi e percorsi medio-lunghi.
3. Trasparenza e uguaglianza nell’accesso: la sostanziale assenza di graduatorie concorsuali ordinarie impedisce anche di utilizzare pienamente strumenti come lo scorrimento delle graduatorie, riducendo trasparenza ed efficienza della programmazione.
Il documento chiarisce che le analisi hanno finalità informative e divulgative e non intendono attribuire responsabilità a singoli enti o persone, ma aprire un confronto istituzionale basato su dati e norme.
Dichiarazione della Presidente dell’Ordine degli Psicologi di Sicilia, Enza Zarcone
«Questo Report è un atto di trasparenza e responsabilità verso la comunità professionale e, soprattutto, verso i cittadini siciliani. I dati raccolti dalla Consulta mostrano una criticità che non può più essere trattata come un tema “tecnico”: la continuità delle cure psicologiche e psicoterapeutiche e la qualità dei servizi pubblici dipendono anche da un reclutamento regolare, programmato e conforme ai principi di imparzialità e pari opportunità – afferma la presidente dell’Ordine degli Psicologi di Sicilia Enza Zarcone. –
La stabilizzazione è uno strumento importante per riconoscere anni di lavoro svolto e per superare il precariato, ma deve restare straordinaria e bilanciata. Se diventa l’unico canale, il rischio è duplice: da un lato si cristallizza il precariato, dall’altro si chiude la porta alle nuove generazioni di psicologhe e psicologi che hanno diritto di concorrere in modo trasparente. Rivolgiamo un appello alla politica regionale e alle istituzioni sanitarie: è urgente avviare una ricognizione ufficiale, completa e verificabile delle modalità di reclutamento degli ultimi anni e costruire una programmazione chiara di concorsi ordinari, regolari, aperti e calendarizzati, nel rispetto dei limiti di legge. La salute mentale è un diritto, e non può poggiare su assetti instabili o emergenziali».
La Presidente Enza Zarcone conclude: «Desidero ringraziare, a nome dell’Ordine, tutti i componenti della Consulta che hanno realizzato questo lavoro con rigore e spirito di servizio. Il Report mette a disposizione delle istituzioni e dell’opinione pubblica uno strumento serio, documentato e utile per orientare scelte che incidono sulla vita delle persone e sulla fiducia nel Servizio Sanitario Regionale.
