Dighe quasi inattive e acqua che non arriva ai campi: agricoltori della Piana di Gela in allarme

Nonostante la presenza di tre grandi dighe – Cimia, Comunelli e Disueri – l’acqua continua a non raggiungere in modo regolare la Piana di Gela, uno dei territori agricoli più vasti e produttivi della Sicilia. I bacini artificiali, fondamentali per l’irrigazione delle colture, risultano però da anni quasi inattivi a causa di problemi strutturali, mancata manutenzione e accumulo di fango che ne ha drasticamente ridotto la capacità.

Gli agricoltori denunciano un’emergenza cronica. “L’acqua non arriva mai e le piogge degli ultimi tempi non servono a niente. Quelle poche volte che arriva, i quantitativi sono irrisori – spiega Liborio Scudera, operatore del comparto agricolo –. Già adesso temiamo per le prossime coltivazioni, soprattutto quelle estive. Paghiamo canoni per non avere acqua, nonostante l’interessamento della politica locale”.

A rendere ancora più critica la situazione è il fatto che l’acqua accumulata nelle dighe, quando i livelli si alzano e gli invasi non sono in condizioni di garantire la massima sicurezza, viene spesso scaricata a mare per evitare rischi di cedimenti strutturali.

Una denuncia formale e un comparto in sofferenza

Nei mesi scorsi l’imprenditore agricolo gelese Angelo Mancuso ha presentato una denuncia formale contro l’assessorato regionale competente, accusando l’amministrazione di aver causato gravi danni economici con la mancata erogazione dell’acqua necessaria alle aziende.

La carenza idrica, infatti, non mette solo a rischio i raccolti imminenti, ma compromette la sostenibilità economica dell’intero comparto agricolo locale, già piegato da anni di incertezze e costi crescenti.

La Regione: “Progettazioni avviate, servono fondi ingenti”

L’assessorato regionale all’Energia ha comunicato di aver dato priorità alla progettazione degli interventi sulle dighe e sulle interconnessioni idriche, precisando però che le opere richiederanno risorse finanziarie molto elevate e tempi tecnici non brevi.

Anche il Comune di Gela è impegnato nel monitoraggio della situazione e nel dialogo con le istituzioni superiori. “Conosciamo molto bene il problema, che si trascina da anni – afferma Filippo Franzone, assessore comunale –. Insieme al sindaco Terenziano Di Stefano continuiamo ad avere contatti con la Regione e con il governo nazionale. Gli iter non sono semplici e richiedono fondi importanti”.

Secondo Franzone, qualche progresso è stato registrato: “La riparazione dell’interconnessione tra Cimia e Disueri inizia a dare risultati. Aspettiamo ora la finalizzazione delle progettazioni. A Disueri sono stati effettuati sopralluoghi dopo il cedimento della spalla sinistra dell’invaso. L’assessorato regionale è oggi più attivo rispetto al passato”.

Un’emergenza che non può più attendere

Mentre le istituzioni lavorano ai progetti di ristrutturazione e messa in sicurezza, gli agricoltori continuano a fare i conti con un presente fatto di incertezza idrica, costi crescenti e rischi per le produzioni. La speranza è che le nuove progettazioni trovino coperture economiche e avvio concreto, prima che la mancanza d’acqua comprometta definitivamente la tenuta economica di un’intera area agricola.

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