Francesca Donato tra incarichi assessorili e inchiesta Dc: “Rabbia e disgusto per le accuse ai vertici del partito”

Francesca Donato, vice presidente nazionale della Democrazia Cristiana (Dc), si trova al centro dell’attenzione politica in Sicilia, tra incarichi assessorili e l’inchiesta della Procura di Palermo che coinvolge 18 indagati, tra cui l’ex governatore Totò Cuffaro e il capogruppo Dc all’Assemblea siciliana Carmelo Pace, accusati di associazione a delinquere, corruzione e turbativa.
Secondo gli atti ufficiali, Donato ha un contratto con l’assessorato alla Funzione pubblica, guidato dall’esponente Dc Andrea Messina, con un compenso superiore ai 42mila euro. La carica le è stata conferita ad aprile di quest’anno, mentre a livello politico era già eletta ai vertici della Dc da due anni. Un percorso simile a quello di Laura Abbadessa, presidente del partito in Sicilia, che ha avuto incarichi di consulenza con l’assessorato alla Famiglia guidato da Nuccia Albano, anch’essa esponente Dc.
In una lettera aperta pubblicata da “la Repubblica di Palermo”, Donato commenta l’inchiesta sottolineando come i tesserati del partito debbano affrontare la gravità delle accuse: “Chi di noi era ignaro delle dinamiche contestate oggi non può limitarsi a tacere. Dobbiamo avere il coraggio di dire ciò che proviamo e pensiamo davvero. Personalmente, sono pervasa da sentimenti di rabbia, disgusto e dolore”.
L’intervento della vice presidente Dc arriva in un momento di forte tensione politica, con la magistratura impegnata a chiarire i presunti illeciti ai vertici del partito in Sicilia. La posizione di Donato evidenzia la necessità di distinguere tra responsabilità individuali e incarichi istituzionali, mentre il dibattito interno alla Dc si fa sempre più acceso.
