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Truffe bancarie e risarcimenti ecco cosa dice la Cassazione: l’aumento delle frodi digitali nel sistema bancario
Con la diffusione dei pagamenti digitali e dei servizi di home banking, sono cresciuti in modo esponenziale anche i casi di frodi informatiche ai danni dei clienti delle banche. Ogni giorno si registrano notizie di furti di bancomat, clonazioni di carte di credito o sottrazione di credenziali di accesso ai conti online. Le conseguenze sono spesso gravi: prelievi non autorizzati, pagamenti fraudolenti e trasferimenti di denaro che lasciano il correntista impotente di fronte a un danno immediato. In questo scenario, la giurisprudenza italiana si è più volte pronunciata per chiarire a chi spetti la responsabilità di tali eventi.
La Corte di Cassazione, in più sentenze recenti (n. 2950/2017, n. 18045/2019, n. 26916/2020 e n. 3780/2024), ha stabilito che la sottrazione dei codici di accesso tramite tecniche fraudolente rientra nel cosiddetto rischio d’impresa delle banche. Ciò significa che, salvo casi eccezionali, la responsabilità delle operazioni fraudolente ricade sull’istituto di credito, il quale è tenuto a dimostrare di aver adottato tutte le misure di sicurezza necessarie e di essersi comportato con la diligenza richiesta a un operatore professionale.
Tra le tecniche più insidiose si distingue la cosiddetta “Sim Swapping Fraud”. In questo tipo di truffa, il malintenzionato si presenta presso un centro di un operatore telefonico fingendosi il titolare della linea e richiede un duplicato della SIM. Ottenuto il duplicato, la scheda originale della vittima viene disattivata, impedendole di usare il telefono. A quel punto, il truffatore riceve sul proprio dispositivo i codici di autenticazione necessari per accedere all’home banking e può disporre bonifici o pagamenti verso conti personali, spesso cambiando la password per bloccare la vittima.
La Cassazione ha ribadito che la banca è tenuta a predisporre tutti i sistemi di sicurezza informatica necessari a prevenire operazioni non autorizzate. L’istituto deve assicurarsi che le credenziali dei clienti non possano essere intercettate o duplicate da soggetti esterni e che ogni transazione sia correttamente autenticata. Se il cliente contesta un’operazione, spetta alla banca dimostrare che essa sia stata effettivamente autorizzata o che la violazione derivi da una condotta gravemente negligente del titolare del conto.
La diligenza professionale richiesta
Secondo l’articolo 1176 del Codice Civile, la banca deve esercitare una “diligenza tecnica qualificata”, cioè adottare tutte le misure che un operatore esperto e responsabile del settore bancario sarebbe tenuto a implementare. Già il Decreto Legislativo n. 11/2010 imponeva agli istituti di credito di garantire che le operazioni effettuate – online o allo sportello – fossero riconducibili esclusivamente al cliente, tutelandolo da qualsiasi uso improprio dei suoi strumenti di pagamento.
In presenza di un furto di carta o di credenziali bancarie, il cliente deve immediatamente contattare la banca per bloccare gli strumenti compromessi e recarsi presso le forze dell’ordine per presentare denuncia. Dopo aver verificato gli estratti conto e identificato eventuali addebiti non autorizzati, occorre presentare un reclamo ufficiale all’istituto di credito, utilizzando il modulo predisposto e allegando la denuncia. Nel reclamo devono essere indicate tutte le operazioni disconosciute per consentire alla banca di avviare la procedura di rimborso.

Il diritto al risarcimento
Se l’indagine interna conferma che le transazioni contestate sono il risultato di una frode e che il cliente ha agito con tempestività e diligenza, la banca è obbligata a risarcire integralmente le somme sottratte. Tale rimborso copre tutti gli importi prelevati o trasferiti in modo illecito, oltre ad eventuali oneri aggiuntivi connessi alla truffa. Il cliente, tuttavia, deve dimostrare di aver segnalato prontamente l’accaduto e di non aver contribuito con comportamenti negligenti alla realizzazione del danno.
La diffusione delle frodi digitali impone una maggiore attenzione sia da parte delle banche che dei clienti. Gli istituti di credito devono investire in sicurezza informatica, sistemi di autenticazione evoluti e formazione del personale, mentre i cittadini devono imparare a riconoscere i segnali di un tentativo di truffa. Solo attraverso un approccio congiunto di responsabilità e prevenzione sarà possibile ridurre il rischio di frodi e garantire un ambiente digitale bancario più sicuro e affidabile per tutti.
