Guerra tra cosche, 12 arresti per Mafia

Caltanissetta, 7 apr 2014 – La polizia di
Caltanissetta ha eseguito 12 ordinanze di custodia cautelare
in carcere nei confronti di altrettante persone, tutte
attualmente gia’ detenute, ritenute respon…

Caltanissetta – La polizia di Caltanissetta ha eseguito 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone, tutte attualmente gia’ detenute, ritenute responsabili, a vario titolo, di omicidio e tentato omicidio aggravati dalle modalita’ mafiose. Nello specifico – spiega una nota – l’operazione condotta da uomini della Squadra mobile e coordinata dal Servizio centrale operativo, segna l’epilogo di un’articolata attivita’ investigativa – corroborata dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia – che ha consentito di fare piena luce su alcuni fatti di sangue, commessi a cavallo degli anni ’90 nel corso della cruenta guerra di mafia che imperverso’ nella provincia nissena: sono stati individuati sia mandanti, sia esecutori materiali.

In particolare, e’ stato possibile ricostruire gli omicidi di Francesco Pepi, Giuseppe Vacirca e Gaetano Campione , tutti avvenuti a Niscemi (C) tra il febbraio 1989 e l’ottobre 1990, nonche’ il tentato omicidio di Rocco Filippo Riggio, avvenuto a Caltagirone nel marzo 1992, maturati nel contesto della sanguinosa contrapposizione tra i sodalizi mafiosi di ”cosa nostra” nissena e della ”stidda”, egemone nell’area di Gela.

Tra i fatti di quel periodo si ricorda l’omicidio di Francesco Pepi, commerciante niscemese vittima di estorsione che, verosimilmente, si era rifiutato di corrispondere il ”pizzo” agli emissari di cosa nostra, esortando altri imprenditori a seguire la strada della legalita’. Al commerciante assassinato venne riconsciuto nel 2003 lo status di vittima di mafia: il suo omicidio venne deciso, pianificato ed eseguito con la diretta approvazione dei vertici locali di cosa nostra, tra i quali il boss Piddu Madonia, storico capo di cosa nostra nissena. Anche se in guerra le opposte fazioni furono unite nel non poter ammettere alcun segno di dissenso e di insofferenza da parte degli imprenditori e dei commercianti. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi, oltre al Madonia, figurano personaggi di maggior caratura criminale del panorama mafioso nisseno. All’indagine hanno collaborato le Squadre mobili delle Questure di Udine, Potenza, L’Aquila, Pesaro-Urbino, Milano, Perugia, Ascoli Piceno, Terni, Padova e Pavia.