Ciao Paolo, Palermo ricorda il giudice Borsellino

PALERMO – Ricorre oggi il ventiduesimo anniversario della strage di via D’Amelio, nella quale vennero uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta: Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. Dopo 21 anni, Palermo ricorda le vittime di una strage che ancora porta con se’ ombre, perplessita’ e interrogativi. Molte le iniziative organizzate nel capoluogo siciliano, ma non solo, per tenere viva la memoria.

“Chiediamo di istituire una sottocommissione specialistica sulla trattativa Stato mafia, non esiste un comitato per le stragi del 92-93, le sovrapposizioni tra mafia e Stato sono il vero problema di questo Paese. Una commissione antimafia senza il supporto di questa sottocommissione è vuota”. È la richiesta fatta da Salvatore Borsellino, affiancato dalla sorella Rita, alla presidente della commissione antimafia Rosy Bindi arrivata in Via D’Amelio.

All’arrivo della presidente della commissione antimafia Rosy Bindi in via D’Amelio, dove si commemora la strage costata la vita al giudice Borsellino e alla scorta, c’è stata una breve contestazione. Un attivista ha mostrato alla Bindi un opuscolo intitolato “Colle center”. Al suo arrivo davanti all’Ulivo davanti l’edificio dove è avvenuta la strage la gente ha dato le spalle a Bindi e alzato le agende rosse in mano.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 22* anniversario del barbaro attentato di via d’Amelio, ha inviato a Manfredi Borsellino un messaggio nel quale rende ”commosso e partecipe omaggio alla memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, che egualmente persero la vita. Paolo Borsellino univa all’eccezionale competenza professionale ed al coraggioso impegno con cui combatteva la mafia la profonda convinzione che il contrasto alle organizzazioni criminali non si esaurisce nell’opera di repressione, ma deve generare un radicale cambiamento culturale al fine di affermare il primato del diritto contro ogni forma di violenza e di sopraffazione. E’ pertanto indispensabile non dimenticare che un’azione di contrasto sempre piu’ intensa alla criminalita’ organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell’opporsi al compromesso, all’acquiescenza e all’indifferenza. Come ho ricordato in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, alla speranza di una generale evoluzione nei comportamenti individuali e collettivi che conduca alla sconfitta della mafia deve accompagnarsi l’auspicio che i processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi, rispondendo cosi’ all’anelito di verita’ e giustizia che viene da chi e’ stato colpito nei suoi affetti piu’ cari e che si estende all’intero Paese. Con questo spirito, e nel commosso ricordo di sua madre, rinnovo a lei, alle sue sorelle, ai suoi famigliari e a quelli degli agenti di scorta i sentimenti di gratitudine e di solidarieta’ di tutti gli italiani”