Catania: dopo i vari blitz in crisi il mercato delle droghe leggere

Il massiccio sequestro di quasi una tonnellata di marijuana a bordo di un peschereccio a Riposto (Catania) ha ulteriormente messo in crisi il mercato delle droghe leggere nel capoluogo etneo.
“Prima con dieci euro prendevi quasi un grammo di erba. Adesso te ne danno la metà” sostengono alcuni giovani “fumatori” alle prese con la legge della domanda e dell’offerta.
Tutto sarebbe cominciato dopo il recente pentimento di Fabrizio Nizza, che gestiva lo spaccio nel popolare quartiere di Librino.
La paura che l’ex capo potesse svelare i luoghi dei depositi e mandare “in fumo” (per restare in tema) affari da centinaia di migliaia di euro avrebbe indotto gli ex colleghi ad agire con prudenza, riducendo gli approvvigionamenti dall’Albania. Dove, peraltro,il mercato della marijuana lo scorso anno, aveva già subito un durissimo colpo con il mega blitz della polizia albanese a Lazarat, un piccolo centro a 200 chilometri da Tirana, la cui economia era basata proprio sulla coltivazione ed esportazione di cannabis. 
Come ha raccontato il comandante provinciale della Guardia di Finanza Roberto Manna, nella conferenza stampa sul maxi sequestro al porto di Riposto, i clan hanno cercato di sostituire la merce albanese con quella proveniente dal Marocco, ma i quantitativi disponibili sono decisamente inferiori.
Ecco perché la crisi si fa sentire pure nel giro degli spacciatori all’ingrosso e al dettaglio e i clan mafiosi potrebbero decidere di abbandonare il mercato delle droghe leggere, per concentrarsi sulla cocaina e sugli stupefacenti di ultima generazione dove i margini di guadagno sono ben maggiori.